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La musica per rilanciare i luoghi e la cultura di un paese

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La musica nella Storia si è dimostrata un importante veicolo di messaggi e cambiamenti socioculturali. Oggi che ruolo ha o potrebbe avere la musica? O meglio, quale potrebbe essere la sua funzione essenziale? Perché oggi dovremmo ascoltare la musica, come potremmo utilizzarla?

Andando oltre al suo legittimo e sempre lodevole – per quanto superficiale – scopo di intrattenere, essere una valvola di sfogo o il sottofondo per un workout, una cena, un viaggio in macchina, la musica oggi ha un ruolo potenzialmente molto più decisivo di quanto si pensi. È evidente che dipende dai generi, non si può fare di tutta l’erba un fascio.

Per essere più chiaro nel mio ragionamento vi citerò due dischi che, secondo me, sono un chiaro esempio di quello che sto cercando di spiegare. Due dischi che si accomunano per il lavoro di ricerca e riscoperta delle tradizioni popolari di un territorio. Sto parlando degli album “Iracundo” dell’ensemble “La Junta Escondida” ed “Entrelace” del duo “Aura Popularis”, entrambi disponibili su tutte le piattaforme di streaming.

La Junta Escondia è un quintetto composto da Giampaolo Costantini al bandoneon, Leonardo Spinedi al violino e alla chitarra, Franco Gonzalez Bertolino alla viola, Riccardo Balsamo al pianoforte ed Hector Faustini al contrabbasso. Il loro album “Iracundo” è un viaggio temporale e geografico alla scoperta del tango, un genere nato in Argentina come espressione popolare e artistica ricco di complesse e affascinanti sfaccettature che vanno molto oltre agli stereotipi nel quale è ingabbiato. Un viaggio che parte da autori come Julian Plaza, Ernesto Baffa, Hector Mele, Anselmo Aieta e Atilio Stampone, passando sorprendentemente per Igor Stravinskij, fino ad arrivare ad Astor Piazzolla, il compositore che ha rivoluzionato il tango nella seconda metà del XX secolo, del quale oggi celebriamo il centenario della sua nascita.

Aura Popularis è un duo tutto al femminile, formato dal soprano portoghese Juliana Azevedo e dalla pianista italiana Ludovica Vincenti. Il loro progetto discografico “Entrelace”, si dedica all’interpretazione di un repertorio di canzoni colte portoghesi d’ispirazione popolare, arrangiate da compositori come Cláudio Carneyro, José Vianna da Motta, Francisco de Lacerda, António Fragoso, Luis de Freitas Branco, Heitor Villa-Lobos ed altri. Una ricerca che le ha portate ad approfondire lo studio della canzone portoghese e alla scoperta di canti e compositori in cui sono presenti sia l’aspetto colto che quello popolare.

La musica è come se fosse un’istantanea del contesto socioculturale all’interno del quale essa si sviluppa. Racconta – ogni genere con propri codici e stili – il periodo storico e le sue caratteristiche. Quindi, essa può essere un veicolo di studio e riscoperta di usi, costumi e tradizioni di un territorio che, grazie alla diffusione di un disco, può essere promosso potenzialmente in tutto il mondo.

La Junta Escondida e Aura Popularis ci dimostrano che il ritorno alle origini non è il risultato di un sentimento nostalgico, bensì un’operazione intellettuale e sociale che non solo fa bene allo specifico genere musicale, in quanto può innescare un processo di valorizzazione della storia e della cultura del territorio in cui esso è nato e si è diffuso. Quindi, sembrerà ambizioso affermarlo, la musica oggi, soprattutto per le sue caratteristiche “liquide” e di conseguenza grazie alla sua possibilità di diffondersi ovunque sia presente una rete wi-fi, può essere il veicolo di un rilancio di luoghi e settori culturali di un Paese, può creare nuove motivazioni di viaggio e di visita verso destinazioni turistiche.

Ascoltando i due dischi sopra citati, ho avuto la possibilità di viaggiare con la mente, ho ritrovato tratti caratteristici che hanno influenzato altri generi musicali, sono stato stimolato ad approfondire quello che stavo ascoltando e ho conosciuto aspetti molto interessanti della cultura argentina, brasiliana e portoghese che, essendo radicati nella storia di questi territori, sono sicuro di poterli ritrovare dal vivo, in un viaggio vero.

Ciò che voglio dire è che se si vuole rilanciare il settore culturale e turistico dopo la tragica crisi attraversata, la musica può e deve essere considerata un mezzo per il raggiungimento di questo obiettivo, perché, seppur con diversi livelli di fruizione e conoscenza, tutti la ascoltano!

In conclusione, credo che si debba iniziare a costruire un progetto integrato che metta in relazione l’educazione musicale nelle scuole, le istituzioni della cultura e del turismo, i media e le nuove tecnologie al fine di iniziare un percorso dignitoso di rinascita, sfruttando i potenti mezzi di comunicazione e divulgazione di cui vantano la musica e la sua attuale liquida distribuzione.

In questo modo, si tornerebbe a restituire prestigio agli artisti nel loro ruolo, talvolta non dichiarato o apparentemente distaccato, di narratori, innovatori o precursori di fenomeni culturali.