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Il ruolo della musica per ripartire dopo la pandemia

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In diverse occasioni – anche su questo stesso blog – mi sono dedicato ad approfondire quale dovrebbe essere, secondo il mio punto di vista, il ruolo della musica (e in generale della cultura) all’interno del nostro Paese, specialmente in un periodo storico nel quale si discute così tanto di ripartenza.

Si parla troppo di green pass, di percentuali sulle capienze delle location e troppo poco di progetti chiari per un rilancio concreto di un’intera filiera che, sia nel mainstream che nelle realtà indipendenti, crea posti di lavoro a migliaia di persone.

La pandemia ci ha imposto di restare all’interno dei nostri territori e credo che proprio dai territori sia necessario ripartire, analizzandone le risorse innanzitutto umane. Sarebbe interessante che Regioni, Province e Comuni investissero sui giovani artisti e creativi locali in un disegno nel quale si integrano cultura e turismo per una conseguente – e oserei dire naturale – valorizzazione di tutte le attività presenti sui territori.

Le Regioni nei mesi scorsi hanno pubblicato svariati Avvisi Pubblici per contribuire a iniziative legate allo spettacolo dal vivo o per supportare operazioni di marketing nel settore turistico. Tuttavia, ciò di cui mi stupisco è di come cultura e turismo vengano ancora considerati come due comparti troppo separati. Ciò di cui mi stupisco è di come non si riescano ancora a promuovere progetti che prevedano delle chiare strategie in cui le attività culturali entrano a far parte del piano marketing di un’azienda di promozione turistica. Non si tratta per forza di organizzare delle iniziative così dispendiose, come un concerto al Colosseo, ma di cercare, all’interno delle comunità che abitano i territori, giovani con delle idee che possono essere messe al servizio di una serie di attività volte al rilancio.

Un esempio è il lavoro del violinista Rocco Roggia e del pianista Riccardo Natale. Entrambi Campani, con un’età che non arriva ai 30 anni. Giovani fuoriclasse del panorama classico italiano. Rocco Roggia ha all’attivo collaborazioni con le più importanti orchestre italiane ed internazionali: Teatro San Carlo e l’Orchestra Scarlatti di Napoli, Fondazione Petruzzelli di Bari, I Solisti Aquilani, Orchestra Cherubini e molte altre. Riccardo Natale si sta costruendo un’importante carriera da camerista studiando e collaborando con Maestri del calibro di: Marino Mercurio, Boris Petrushansky, Antonio Pompa-Baldi, Roberto Plano, Filippo Gamba, Ferenc Rados, Aleksandar Madzar, Benedetto Lupo, Enrico Pace, Alessandro Deljavan.

Durante il lockdown i due musicisti hanno fatto un accurato lavoro di ricerca sui più importanti autori della musica della tradizione classica napoletana dell’800 e di inizio ’900. Uno studio sulle origini di un territorio con un folklore unico al mondo, che si percepisce in maniera palpabile nelle composizioni dei grandi Maestri di allora come: Martucci, Curci, D’Ambrosio e De Felice. Composizioni che Rocco e Riccardo hanno selezionato e registrato nel disco “Poiesis” – in uscita il 29 ottobre – creando un percorso tematico nel quale si respirano le atmosfere della Napoli più caratteristica.

L’originalità di questa operazione è quella di aver individuato e aver messo in risalto la “napoletanità” nella musica degli autori sopra citati, dove la dimensione “colta” – caratteristica del genere – si incontra con la dimensione “popolare” insita nella Napoli dei Quartieri Spagnoli, in una genealogia dell’umiltà dell’artista che è prima di tutto “artigiano” (da qui il riferimento al termine greco “poiesis” che intitola l’album). Un viaggio di alto prestigio e sofisticatezza musicale, guidato dal violino e dal pianoforte, tra le sfaccettature della storia di una comunità.

Queste sono le iniziative alle quali mi riferisco per unire in maniera efficace cultura, tradizione e turismo. Iniziative sulle quali è necessario accendere i riflettori, al fine di integrale all’interno di una strategia di rilancio di un territorio sia a livello nazionale che internazionale. Ciò che auspico è che le Istituzioni della Cultura facciano un lavoro di ricerca di queste realtà, anche piccole, nelle loro comunità di riferimento, sottoponendole all’attenzione degli enti di promozione turistica, al fine di offrire una proposta di turismo innovativa nella quale anche la musica può rafforzare o creare curiosità su nuove e tradizionali mete.

Per fare ciò è necessario molto probabilmente istituire un comitato specifico che funga da guida, supporto e tutela a tutti i giovani creativi, le cui idee possono essere raccolte e canalizzate in un grande progetto comune.